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NBA

Playoffs NBA 2019: i pronostici delle semifinali di conference

Dopo un primo round nel quale abbiamo ampiamente dimostrato che anni e anni di partite e approfondimenti non servono ad una beata mazza al momento di azzeccare i pronostici, la redazione di Play.it USA  ha deciso di proseguire imperterrita nel percorso di distruzione della sua autostima e regalarvi le previsioni anche per il secondo turno dei playoff NBA (con un filo di ritardo ma il ponte pasquale ha colpito anche noi). Sulla carta tutte e quattro le serie si preannunciano molto incerte e divertenti: speriamo mantengano le promesse e se poi arrivassero quattro gare 7 non credo dispiacerebbe a nessuno.

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NFL

Chi sale e chi scende dopo il primo round del draft 2019

One down, two more to go: il draft è iniziato e, permettetemi, questo primo round è stato fra i più sorprendenti del nuovo millennio, in quanto parecchi colpi hanno colto di sorpresa anche il meno impressionabile degli addetti ai lavori.

Valutare la bontà delle decisioni di una franchigia solamente un paio di ore dopo la fine del primo turno può sembrare impossibile e fastidiosamente inutile, ma rimanere impassibile di fronte a queste prime trentadue scelte non mi è possibile: vediamo insieme chi ha vinto il primo turno e chi, purtroppo, no.

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NFL

Eligibles, season finale: il resoconto di quanto successo finora

Siamo arrivati, pure quest’anno, ai saluti: l’inesorabile tristezza che sta per assalire i vostri cuori può essere repentinamente placata pensando al fatto che fra pochissime ore, finalmente, andrà in scena il draft, l’evento principe dell’intera offseason.
La free agency, come già sapete, proseguirà imperterrita per il resto dell’anno, poiché non stiamo parlando di una finestra temporale, ma piuttosto una condizione “di vita” nella quale molti atleti si trovano anche dopo settembre: con le imminenti tre notti di Nashville, di fatto, il focus mediatico verrà definitivamente spostato sul plotone di nuovi giocatori che farà il proprio ingresso nella lega, esaudendo di fatto un sogno per il quale hanno sacrificato la loro intera esistenza.
Pertanto è naturale ed appropriato che la fine di Eligibles sia scandita da questo evento. Su con la vita però, c’è ancora un altro episodio da portare a termine, ed in queste righe vi racconterò alcune delle conclusioni tratte in luce degli eventi di questi ultimi mesi: partiamo.

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MLB

I Minnesota Twins in vetta alla Central

L’ambiziosa campagna acquisti dei Twins è stata pensata per ridurre il gap con Cleveland, tentando così di raggiungere lo spot della Wild Card o addirittura vincere una division sulla carta nettamente più debole delle altre vista la presenza di franchigie in ricostruzione ormai quasi decennale come Tigers, White Sox e Royals.

E’ presto per parlare ma un primo bilancio si può fare dato che un ottavo del campionato regolare è già trascorso. Notiamo a sorpresa che proprio la Central, da sempre pecora nera dell’American League, si ritrova con tre squadre sopra il 50%. Minnesota conduce il gruppo di un’incollatura sui favoriti Indians, che potrebbero alla lunga pagare qualche cessione eccellente della offseason – Donaldson, Brantley, Allen e Miller su tutti – nonché accusare l’assenza di un bullpen lungo e della forma precaria di un campione come Lindor, a causa di acciacchi continui.

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ABC del Football NFL Blog

Una partita ad Harpastum, primo antenato del nostro amato Football

Quest’anno il giorno di Pasqua è coinciso con il Natale di Roma, festa nella quale ogni 21 Aprile il Gruppo Storico Romano, splendida associazione non a scopo di lucro, riporta in vita qualche evento particolare che ha caratterizzato il passato capitolino.

E’ proprio il giorno della fondazione della Città Eterna che una compagnia di amici, legati dall’interesse storico verso le sue origini e gesta, diede inizio ad un’attività che dura dal 1994!! Il secolo I e II D.C. sono fra i tanti attori protagonisti di uno studio accurato che ricostruisce fedelmente riti, costumi, usanze, armature, oggetti vari, attività militari e gladiatorie, rievocazioni dei legionari, vestali, pretoriani, senatori, danzatrici e popolo, facendo rivivere l’animo, lo spirito ed ogni possibile emozione di un’epoca che ha fatto storia.

Tra tutte le promozioni culturali, artistiche e ricreative relative all’antica Roma, nella meravigliosa cornice delle terme di Caracalla è andata in scena la trasposizione di una partita ad Harpastum, con la Legione XI che è scesa in campo rendendo al massimo e nella maniera più credibile quello che è stato il vero antenato del calcio Fiorentino in primis, del rugby poi ed infine del Football Americano, che con le sue numerose regole lo possiamo definire oggi il “prodotto finito”!!

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LeBron James e Cristiano Ronaldo: un bilancio della loro stagione

Con l’eliminazione della Juventus in Champions League si chiude il capitolo primo delle appena iniziate e si presume ultime avventure di due grandi campioni, Cristiano Ronaldo in bianconero e LeBron James in gialloviola, già di suo in vacanza.

La Juve ha preso Ronaldo per vincere la Champions. Missione fallita.

I Lakers hanno preso LeBron per tornare al vertice, magari gradualmente, iniziando da playoff competitivi. Missione fallita.

Come è stato possibile ? Per diversi fattori. Le due storie in parallelo sono talmente simili che meritano una riflessione.

L’estate scorsa, al termine delle rispettive stagioni, non era scontato che entrambi rimanessero nella stessa squadra come del resto che andassero via. Qualcosa in ogni caso si era deteriorato e per tutti e due è nato l’impulso forte di iniziare un nuovo ciclo. L’ultimo.

Hanno 34 anni, altro elemento in comune, essendo nati (LeBron il 30 dicembre 1984, CR7 il 5 febbraio 1985) a poco più di un mese di distanza. Per forza di cose dunque questo iniziato quest’anno potrebbe e dovrebbe essere l’ultimo grande show di due carriere eccezionali.

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MLB

L’ottima partenza dei Mariners

Un record di 13-2, la vetta dell’intera lega e un’esplosività offensiva incontrastabile grazie a 8 run per game, alla leadership per rbi e ad una striscia (appena conclusa) per fuori campo: tutto questo ha rappresentato l’inimmaginabile inizio di regular season per Seattle.

Imprevisto soprattutto alla luce di una offseason al risparmio, caratterizzata dalla riduzione salariale successiva alle cessioni eccellenti di Cano (Mets) e Segura (Phillies) ma soprattutto quelle al lancio di Paxton e di Edwin Diaz e per l’assenza prolungata di un punto fermo dell’infield come Kyle Seager.

E’ presto per voli pindarici anche se l’American League finora sembra più umana e clemente rispetto al passato con i campioni in carica Red Sox in una crisi senza precedenti e gli Yankees in rodaggio stracolmi di infortuni. L’unica che dopo uno start a rilento sembra aver imboccato la solita strada dominante è Houston. Tra le squadre di seconda fascia ma accreditate a giocarsi la postseason i Rays marciano invece spediti.

Alla luce di tutta questa incertezza ed equilibrio i Mariners possono benissimo dire la loro, senza aver nulla da perdere e con pochi obblighi. Il lineup attuale può considerarsi come un vero gruppo di bomber, superiore anche a quello di New York sponda Bronx, con 42 fuori campo in 20 partite consecutive che se proporzionati ad un intero campionato vorrebbero dire 350 su 162 match e bye bye al record Yanks di 267!

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NBA

Celtics – Pacers: Gara 2 live from TD Garden

Gara 2 contro gli Indiana Pacers è una prova importante per i ragazzi di Stevens. Dopo una gara 1 vinta più per demerito dell’avversario che per meriti propri, è fondamentale per i Celtics dimostrare che la squadra è capace di elevare il proprio livello di gioco, requisito necessario per aspirare ad un lungo cammino nei playoffs.
Nei dintorni del TD Garden, sono tanti i giovani in verde che passeggiano nei parchi circostanti e affollano i pub: la primavera è arrivata qui a Boston e dopo il più classico degli inverni stile New England, è palese la voglia di tutti di trascorrere finalmente qualche ora all’aria aperta. Non ci stupiamo dunque, anche vista la qualità di gioco mostrata in gara 1, che all’interno del Garden si intraveda qualche posto vuoto in tribuna.

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Eligibles, quinta settimana: affari, storie e curiosità dalla free agency

Oramai ci siamo, il draft è alle porte: fra una settimana esatta il 2019 NFL inizierà a prendere forma e, per quanto ci riguarda, mesi e mesi di chiacchiere finalmente lasceranno spazio a scenari e scelte in grado di alterare il corso della storia del nostro amato sport… e della leggermente meno amata lega.
Non che le ultime settimane siano state prive di emozioni, però come potrete facilmente immaginare è infinitamente più stimolante e divertente discutere su quanto successo a Nashville il prossimo fine di settimana piuttosto che segnalarvi che Ty Montgomery abbia firmato con i New York Jets! Per questa settimana, però, dovrete accontentarvi ancora una volta di Eligibles, che fra sette giorni proverà a raccontarvi le ultime novità in vista dei tre giorni che tutti stiamo aspettando: sto mettendo decisamente le mani troppo avanti, concentriamoci su quanto successo negli ultimi sette giorni.

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NBA

Portland Trail Blazers vs Oklahoma City Thunder: Preview

Il canestro quasi sulla sirena di Paul George contro i Rockets ha regalato un’occasione più unica che rara ai  Thunder, soprattutto dopo l’incostante ultima fase di regular season nella quale parecchio terreno era stato perduto e i galloni da vice Warriors erano andati smarriti.

Il ventinovenne da Fresno State, nella stagione della vita e della maturità, nonostante una spalla dolorante ha aggiunto un tassello importante alla sua fantasmagorica annata fatta di un incontenibile gioco offensivo unito a solidità e aggressività difensiva.

Con la sua conclusione vincente fuori dall’arco ha evitato ai suoi compagni non solo un insostenibile primo turno contro i campioni in carica ma ha concesso loro anche la possibilità di entrare nel tabellone finale dalla parte più appetibile, quella cioè proprio all’opposto di KD e del “barba”, raggiungendo la sesta piazza finale con la quale andare ad affrontare i Blazers.

Ciò non vuol dir nulla ovvio, specie perché il team di Terry Stotts rappresenta ormai una solida realtà nell’intero panorama NBA e l’arrivo in postseason con il traguardo delle 50 W è da anni quasi una prassi. Inoltre un gruppo un po’ troppo spesso monodimensionale e affidato solo alle individualità dei suoi Big Three Lillard-McCollum-Nurkic è riuscito nel tempo ad allargare i propri orizzonti e a turno i vari Aminu, Harkless e dalla panca il più giovane dei Curry e Layman hanno contribuito ai buoni risultati del club.

Ovviamente il terribile e struggente infortunio al bosniaco e gli acciacchi che mettono in dubbio la reale efficienza di CJ, uniti a un ritorno alle origini per efficienza difensiva (17° posto) e ad una storica incapacità a battagliare nelle partite di playoff non lasciano spazio a chiacchiere: Portland è la squadra che chiunque arrivato dal quinto posto in giù avrebbe voluto incontrare.

Dal canto loro però i Thunder non possono ritenersi soddisfatti del loro campionato, partito a differenza dei Blazers – quasi sempre costanti – un po’ sottotono a seguito dell’arrivo di Schroder che ha necessitato di un periodo di ambientamento. Dopo poco però Donovan si è ritrovato gli stessi punti a partita di Melo ma un attaccante/difensore veloce e sesto uomo coi fiocchi in più.

Per molto tempo Westbrook e soci sono rimasti ai vertici sfiorando la leadership dell’Ovest rimanendo di un’incollatura dietro ai Nuggets prima e a Golden State dopo, “sciogliendosi” come accennato nella fase decisiva, salvati appunto nel finale dal loro MVP. Questo lascia molti dubbi sull’andamento della serie, perché se da un lato OKC arriva più sana (spalla di George permettendo) rispetto ai rivali è anche vero che la costanza di rendimento non è stato proprio il forte dei ragazzi di coach Billy.

“Quando Russell fa il one man show i Thunder perdono” è il luogo comune che purtroppo spesso corrisponde a realtà; notiamo infatti che un gioco offensivo più fluido fatto di molte varianti e coinvolgendo tutto l’attacco ha portato tante volte nelle fasi prima citate ad ottimi risultati offensivi rispetto agli anni passati, quando si puntava sostanzialmente solo sull’ego di Westbrook, George e Anthony e sull’abilità nel recupero palla e contropiede, ancor oggi specialità della casa.

L’assenza di Roberson non basta da sola a giustificare il crollo nelle statistiche difensive dopo che nel primo mese e mezzo la retroguardia era ancora una volta la punta di diamante delle strategie tecniche di Donovan. La ferocia nei raddoppi un po’ troppo spesso è stata seguita dalla pigrizia nel lasciare praterie sotto al pitturato.

I precedenti stagionali per di più non sorridono ad Oklahoma, sweeppata dai rivali, che possiedono il secondo miglior attacco NBA dall’All Star Break in poi.

L’assenza di Nurkic pesa come un macigno in entrambi i lati del campo e come detto i postumi dell’infortunio di McCollum potrebbe penalizzarlo e diminuirne la forza spingendo così veloci e aggressivi marcatori come RW, George e Grant a forzare palle perse (secondi dietro ai Pacers).

Portland, ultima per TO% ma poco sopra ai rivali per punti subiti a partita si ritrova dunque senza il miglior rimbalzista che abbassava notevolmente le percentuali avversarie nei pressi del ferro e con un Zach Collins troppo esile per contrastare due forze della natura come Adams e Noel.

L’arrivo di Kanter, iconico personaggio fuori dal campo, si è perciò dimostrato azzeccato, col turco a performare un’ultima parte di stagione regolare a livelli top. Nurkic non è purtroppo rimpiazzabile ma quel che si è chiesto al prodotto di Kentucky nell’ultimo periodo è stato di prendersi più responsabilità tecniche rispetto al passato e le risposte sono state egregie: 20 punti di media, movimenti in pivot rapidi e veloci, un ottimo gioco in post basso ed una incontrastata forza sotto canestro con 13 rimbalzi a partita. Lui si, anche perché è un ex, può dire la sua!

La serie è molto difficile da pronosticare; con i Blazers a giungere in salute all’appuntamento avremmo puntato su di loro anche perché gli stessi Thunder, oltre a un campionato scostante riaddrizzato per il rotto della cuffia, non è che abbiano grandi ricordi dell’ultima postseason, spazzati via da una squadra organizzata come Utah.

Westbrook dovrà condividere con tutti i compagni in rotazione le gioie e dolori di ogni singola partita per riuscire a portar a casa la serie, anche in 6 sfide, dall’altra parte un All Star di primissimo livello come Lillard avrà il palcoscenico e le responsabilità tutte per sè cercando di consacrarsi definitivamente.