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I Minnesota Twins in vetta alla Central

L’ambiziosa campagna acquisti dei Twins è stata pensata per ridurre il gap con Cleveland, tentando così di raggiungere lo spot della Wild Card o addirittura vincere una division sulla carta nettamente più debole delle altre vista la presenza di franchigie in ricostruzione ormai quasi decennale come Tigers, White Sox e Royals. E’ presto per parlare […]

L’ambiziosa campagna acquisti dei Twins è stata pensata per ridurre il gap con Cleveland, tentando così di raggiungere lo spot della Wild Card o addirittura vincere una division sulla carta nettamente più debole delle altre vista la presenza di franchigie in ricostruzione ormai quasi decennale come Tigers, White Sox e Royals.

E’ presto per parlare ma un primo bilancio si può fare dato che un ottavo del campionato regolare è già trascorso. Notiamo a sorpresa che proprio la Central, da sempre pecora nera dell’American League, si ritrova con tre squadre sopra il 50%. Minnesota conduce il gruppo di un’incollatura sui favoriti Indians, che potrebbero alla lunga pagare qualche cessione eccellente della offseason – Donaldson, Brantley, Allen e Miller su tutti – nonché accusare l’assenza di un bullpen lungo e della forma precaria di un campione come Lindor, a causa di acciacchi continui.

Tra i temi che hanno permesso questo buon inizio iniziamo col rimarcare appunto un calendario favorevole che ha permesso al club di Rocco Baldelli di affrontare fra le altre due rivali divisionali e sviluppare al meglio le caratteristiche offensive di un lineup potente – secondo in Major per slugging percentage – ma anche abile e veloce ad andare in base (ottavi con .342 di Obp).

Sweeppare Baltimore, Kansas City e Detroit (anche se con posticipi), ovvero l’ultima e la quint’ultima formazione sul monte nella MLB e chi non dovrebbe aver molto da dire nella stagione attuale, non è molto edificante e la doppia serie contro Houston – intervallata ancora agli Oriols – potrebbe riportare Minny coi piedi per terra, un po’ quello che è successo a Seattle. Nel primo dei sette match comunque i punti segnati sono stati 9 mentre gente del calibro di Peacock, James e Devenski è stata impallinata!

Con piacere diamo la palma di miglior giocatore di inizio anno a Byron Buxton, per noi un top five tra gli esterni di tutta la lega, dopo aver sostanzialmente saltato quasi per intero il 2018. Ad un classico ed impeccabile gioco difensivo nell’outfield privo di errori con guanto e tiro, alle 4 stolen base e 1.072 di Ops, aggiunge ben 12 doppie in 19 match che rappresentano il raggiungimento di un primato lontano quasi 60 anni (1960).

Ovviamente della vecchia guardia non possiamo non accennare al maestoso inizio di Jorge Polanco, l’interbase leader di squadra per valide (25) che batte a .362 dietro solo a Tim Anderson e Carlos Santana; Eddie Rosario, l’altro esterno primo per fuori campo (9) e hitter mancino, è inoltre letale contro i left hander anche se con troppi strikeout sul groppone.

Tra le perle stagionali aggiungiamo l’iconica presenza a roster di Willians Astudillo, un “cinghiale umano” poco più alto di 1,70m e 105 kg ma autentico velocista tra le basi ed agilissimo ricevitore, utilissimo jolly sia in terza che in prima, lui che in passato aveva l’invidiabile record di aver occupato tutti i ruoli difensivi, compreso un inning al lancio nel 2018 pure se con scarsi risultati (5 run su 5 valide e due fuori campo!!).

Oltre a Jason Casto l’altro catcher, Mitch Garver, con sole 33 at bats si ritrova a 5 Hr e 10 Rbi.

I nuovi arrivi Schoop, Cron e Cruz aumentano l’alone di top offensive team e danno allo starting lineup l’esperienza giusta, la potenza ma soprattutto il contatto contribuendo ad un fantastico secondo posto generale per media in battuta, attaccati agli Astros. L’unico deludente ed in evidente difficoltà è Marwin Gonzalez.

Il tutto in attesa di riavere Miguel Sano nel mese di Maggio, giocatore con il quale Minnesota potrebbe veramente iniziare a volare.

Quel che sta mancando e lascia un grande punto interrogativo per il futuro sono le prestazioni della rotazione. Le statistiche al lancio non sono soddisfacenti, specie perché avvengono in un team quasi impeccabile a livello difensivo per errori e fielding pct (quarti e quinti).

Le medie sul monte, se mantenute a questi livelli, impedirebbero sicuramente ogni volo pindarico e sogni di gloria per un posto ai playoff: ERA totale a 4.47, un solo shutout, terzultimo posto per strikeout e una mediocre 16° posizione per batting average avversaria; le poche basi ball concesse non sono sufficienti a rialzare l’ottimismo.

Tra le certezze di inizio stagione Berrios, Gibson e la new entry Blake Parker solo il primo e il terzo (4 Sv) si mantengono a livelli standard mentre il secondo in quattro partenze è andato a picco.

Odorizzi, Pineda (a parte 3 sole walks) e Perez arrancano anch’essi così come tra i rilievi Mejia e Romero; lo stesso Trevor May su 9 inning pitched non ha convinto del tutto.

Le 8 salvezze su 9 opportunità danno comunque l’idea di come nelle fasi finali i Twins siano ottimamente coperti oltre che dall’ex Angels anche da Taylor Rogers e Trevor Hildenberger!

Ritrovare una rotazione e un bullpen affidabili, altrimenti non si va da nessuna parte: è questo l’obiettivo primario a Minnesota, oltre a quello di recuperare al più presto importanti giocatori come Sano e Max Kepler tra i battitori e Moya ed Addison Reed per allungare il reparto rilievi.

 

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