Categories
NFL

Eligibles, quinta settimana: affari, storie e curiosità dalla free agency

Oramai ci siamo, il draft è alle porte: fra una settimana esatta il 2019 NFL inizierà a prendere forma e, per quanto ci riguarda, mesi e mesi di chiacchiere finalmente lasceranno spazio a scenari e scelte in grado di alterare il corso della storia del nostro amato sport… e della leggermente meno amata lega. Non […]

Oramai ci siamo, il draft è alle porte: fra una settimana esatta il 2019 NFL inizierà a prendere forma e, per quanto ci riguarda, mesi e mesi di chiacchiere finalmente lasceranno spazio a scenari e scelte in grado di alterare il corso della storia del nostro amato sport… e della leggermente meno amata lega.
Non che le ultime settimane siano state prive di emozioni, però come potrete facilmente immaginare è infinitamente più stimolante e divertente discutere su quanto successo a Nashville il prossimo fine di settimana piuttosto che segnalarvi che Ty Montgomery abbia firmato con i New York Jets! Per questa settimana, però, dovrete accontentarvi ancora una volta di Eligibles, che fra sette giorni proverà a raccontarvi le ultime novità in vista dei tre giorni che tutti stiamo aspettando: sto mettendo decisamente le mani troppo avanti, concentriamoci su quanto successo negli ultimi sette giorni.

1) Addio ad uno dei più grandi di sempre

Forse il nome Forrest Gregg ai più non dirà nulla, ma sono convinto che un vero appassionato e soprattutto un vero Cheesehead sappia benissimo di chi stia parlando: membro della linea d’attacco dei Packers di Lombardi, passata alla storia per l’esecuzione del Packers’ sweep, Gregg è stato un nove volte Pro Bowler, sette volte First Team All-Pro e ben cinque volte campione del mondo. Oltre che ad essere stato definito da Lombardi stesso come “the finest player I ever coached”, è passato alla storia per un record ai tempi inconcepibile, ovvero sia quello di giocare ogni singola partita possibile in carriera: Gregg, infatti, in sedici stagione trascorse in National Football League, non ha mai saltato una partita, ed anzi, se guardate con attenzione la formazione dei Packers del ’65 e del ’66, noterete un anno lo abbia trascorso nella posizione di guardia sinistra mentre il successivo nell’impegnativo ruolo di right tackle.
Purtroppo per noi tutti, Gregg ha dovuto chinare il capo dinanzi ad una battaglia dalla quale nessuno esce mai vincitore, ovverosia quella contro il morbo di Parkinson, probabilmente causato da anni di violente colluttazioni senza adeguate protezioni: non potevo non partire da qua, soprattutto considerando la stretta amicizia fra lui ed il mio amato Jerry Kramer. Grazie di tutto Gregg, grazie di aver reso il football americano uno sport migliore: il ricordo di persone come te non viene sopraffatte nemmeno dall’inesorabile passare del tempo, figuriamoci dalla morte.

2) La più grande vittoria di Wilson

Partiamo da una premessa: Russell Wilson si è guadagnato il diritto di chiedere addirittura un pezzo di luna, figuriamoci un “adeguamento” contrattuale che rispecchi la sua importanza per i Seahawks e per l’intera città di Seattle.
Che la data limite entro la quale trovare l’accordo fosse il 15 aprile era noto da tempo, ma con il passare delle ore sempre più hanno preso coscienza del fatto che Seattle, in caso di mancato accordo, avrebbe corso il concreto rischio di perdere il proprio quarterback-uomo franchigia: dal nulla, invece, Wilson ed i Seahawks hanno messo nero su bianco un’estensione contrattuale che lo legherà alla Città Smeraldo fino al 2023 e che gli permetterà di guadagnare -dovesse riuscire a riscuotere tutti i bonus- ben 160 milioni di dollari in quattro anni, o se volete, il contratto più remunerativo della storia del gioco.
Non ha senso mettersi qua a sviscerare le cifre e discutere: Wilson merita ogni singolo centesimo -ed anche più- del nuovo contratto. Finché c’è Wilson al timone, Seattle può vincere contro chiunque.

https://www.instagram.com/p/BwTvFYMgvdq/

Bel modo per sbandierare la propria vita perfetta, Russ.

3) Bella vita, cari ricevitori parte ∞

Passano le settimane ma i vincitori di questa offseason rimangono sempre loro, i ricevitori: ad un mese di distanza dall’inizio della free agency, gli interpreti di questa posizione continuano a mettere la loro firma sotto i contratti più generosi in assoluto, quarterback ovviamente a parte.
Prima i Giganti in restauro hanno dato a Sterling Shepard -buon giocatore ma seconda opzione al massimo- un rinnovo quadriennale da 41 milioni di dollari, di cui 21.3 garantiti e che sommati ai 23.5 di Tate fanno 44.8 milioni di dollari investiti su due ricevitori che chiaramente non valgono un Odell Beckham, ma cosa volete che vi dica, i Giants sembrano aver perso il lume della ragione da mesi. Rinnovo faraonico -e meritato- per Adam Thielen, che è finalmente riuscito a strappare il tanto agognato contratto della vita: pure per lui si tratta di un quadriennale, il cui valore totale si aggira attorno ai 64 milioni di dollari. Segnalo infine la firma di Chris Hogan con i Carolina Panthers, i quali se lo sono garantiti per il prossimo anno a cifre che al momento non sono note.

4) Wow

Alvin Kamara non è un essere umano, se non lo aveste capito.

https://www.instagram.com/p/BwNJ-epFcBY/

Commentate voi, io non saprei cosa dire.

5) Problemi su problemi

La relazione di Leonard Fournette con i Jacksonville Jaguars nell’ultimo anno si è palesemente complicata: i continui infortuni lo hanno relegato spesso volentieri a bordo campo e fra squalifiche per rissa e continue incomprensioni con lo staff il suo futuro in Florida è stato spesso messo in dubbio.
Dopo un incontro chiarificatore a fine stagione le acque si sembravano essere calmate ma come probabilmente già saprete, lo scorso giovedì è stato arrestato per eccesso di velocità mentre guidava con la patente sospesa: questo non è certamente il miglior biglietto da visita per una stagione che si preannuncia essere l’ultima possibilità per dare nuova linfa a questa relazione. Partenza rivedibile.

6) Un ulteriore anno di eccellenza

In una offseason a tratti turbolenta ricolma di novità e colpi di scena, Baltimore è riuscita a regalarsi finalmente una certezza, estendendo il contratto dell’eccellente Marshal Yanda per un’altra stagione: il 2019 non sarà il suo ultimo anno in National Football League, in quanto con la firma di qualche giorno fa Yanda ha di fatto tolto ogni dubbio circa la sua disponibilità per il 2020. Anche se probabilmente il ruolo di guardia è il meno glamour in assoluto, il suo costantemente magnifico contributo ha dato per anni stabilità ad un reparto che molto spesso è uscito dalla free agency con poche certezze: un altro paio di anni ad alto livello potrebbero garantirgli un busto dorato a Canton, poiché oltre che ad aver vinto il Super Bowl nel 2012 Yanda è stato convocato al Pro Bowl in sette occasioni ed inserito in un Team All-Pro ben sei volte.

7) Grazie Zach!

Se ci fermassimo ai freddi numeri, probabilmente non avremmo molto da raccontare sulla carriera di Zach Miller, ma se allarghiamo un attimo il discorso, dobbiamo rallegrarci -e non poco- pensando che l’ex tight end dei Bears abbia aspettato fino al 2019 ad annunciare il suo ritiro: il semplice fatto che sia arrivato fino a pochi giorni fa a ragionare su un suo possibile ritorno ci riempie il cuore, poiché nelle ore immediatamente successive all’infortunio trapelavano voci di una possibile amputazione della gamba infortunata, altroché ritorno.
Miller con ogni probabilità riuscirà a vivere una vita normale -per quanto possa essere definita tale l’esistenza di un individuo che ha giocato a football per almeno un ventennio- e ciò francamente è tutto ciò che ogni singolo appassionato NFL potesse voler sentire: casi come il suo ci fanno apprezzare ancora di più quanto questi uomini siano disposti a mettere a repentaglio la propria esistenza per il nostro mero intrattenimento. E per qualche milione di dollari.
Ma suvvia, lasciatemi essere romantico.

8) Patriots being Patriots

I New England Patriots hanno messo sotto contratto l’ennesimo veterano la cui carriera sembra essere davanti ad un bivio: New England si è garantita per il prossimo anno Demaryius Thomas, ex stella dei Denver Broncos nonché uno dei ricevitori più consistenti dell’ultimo decennio.
Thomas non è più quello dei Broncos di Manning, chiaro, ma è un veterano con esperienza playoff che sa come comportarsi nei momenti in cui il pallone diventa ancora più pesante: le molte incognite legate alla sua salute hanno ovviamente frenato tutti i possibili entusiasmi, però vale la pena ricordare che con un pizzico di fortuna -e benevolenza della lega- New England potrebbe, ad un certo punto della prossima stagione, riabbracciare il tanto problematico quanto talentuoso Josh Gordon.
Ottima polizza assicurativa.

9) Swag Chargers

I Los Angeles Chargers hanno finalmente esaudito uno dei più grandi desideri di ogni tifoso o persona di buon gusto: la maglia azzurro/gialla, fino a poche ore fa “alternate”, è stata ufficialmente promossa a “home uniform”.
A mio avviso stiamo parlando della più bella divisa dell’intera NFL, pertanto il pensiero di vederla sette-otto volte all’anno non fa che aumentare la mia voglia di football. Nel frattempo a voi un po’ di hype.

https://www.instagram.com/p/BwVQswEgWJN/

 

10) Nuggets!

Non ho molto da offrirvi questa settimana, pertanto mi limiterò a farvi presente che quasi sessanta ex giocatori AAF hanno firmato un contratto NFL: le garanzie sono poche ed i salari minimi, ma vale la pena notare come l’obiettivo del campionato fosse quello di dare una nuova possibilità a giocatori scivolati, loro malgrado, fuori dalla lega.
Sarà interessante vedere quanti di loro saranno ancora nel rispettivo roster a settembre, ma se non altro potranno vivere con la consapevolezza di controllare il proprio destino: se non altro in questa lega non sarete costretti a pagarvi il soggiorno in albergo!

One reply on “Eligibles, quinta settimana: affari, storie e curiosità dalla free agency”

Peccato per Seattle. Dopo il Superbowl regalato a Boston non ne hanno combinata una giusta. Difesa smembrata, pick politicamente corretti, e ora il maxC riservato ai freschi vincitori del titolo. Le storie di Flacco, Crap-ernick e Garoppolo non hanno insegnato proprio nulla. E vabbe’. Speriamo in Cleveland.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *