Una contender habituè dei playoff contro un underdog di inizio stagione: si racchiude così Raptors-Magic, serie tra un team che ha dominato in largo e in lungo la regular season, insieme ai Bucks, e una squadra da sempre in rampa di lancio ma arrivata più volte al mese di marzo senza più speranze di proseguire la corsa.
Attenzione però: se i Magic sono arrivati a destinazione con un dignitosissimo settimo posto totale a Est, un record finalmente sopra al 50% (42/40) e la vittoria nella Southeast lo devono per lo più ad un gruppo fatto di veterani arrivati alla maturazione definitiva e non a giovani rivelazioni come ad esempio Isaac ma soprattutto Bamba.
Lo scatto d’orgoglio delle ultime settimane è avvenuto grazie alla costanza di un giocatore ormai affermato come Nikola Vucevic, aiutato nell’impresa dai sempre costanti D.J. Augustin, Evan Fournier e ad un sesto uomo coi fiocchi come Terrence Ross, letteralmente decisivo nello sprint finale coi suoi 23 di media a partita nella fase più calda della stagione, dimostrando così una inusuale mentalità vincente e grande personalità. Sempre funambolico in attacco ma molto scostante nelle altre fasi Aaron Gordon.
Dal canto loro i Raptors arrivano all’esame della maturità, quello decisivo per la loro storia. I campionati passati fatti di record abbattuti, primi posti di conference e un costante spettacolo sul parquet non bastano più: si punta all’obiettivo minimo delle Finals.
Negli scontri diretti di questa annata registriamo una vittoria al fotofinish di Toronto grazie a Danny Green, a seguito di un’eroica rimonta degli avversari a fine novembre, un dominio Magic dopo Natale dove lasciarono gli avversari al 29% dal campo e col maggior scarto di punti di tutto il 2018/19, un’altra W in trasferta per Ross e compagni il 24 febbraio con l’ex Raptors dominante ed infine i canadesi ad interrompere di recente la striscia vincente degli avversari grazie ai 29 del solito Green.
Se ci fosse logica nei trascorsi tra le due compagini potremmo concludere che sarà una serie equilibrata; dal nostro punto di vista però sarà difficile che Toronto si lasci sfuggire il secondo turno. Quel che è certo è che i ragazzi di Clifford faranno soffrire quelli di Nurse.
Il ritorno in postseason di Leonard sarà la chiave di tutta la serie, l’ago della bilancia che dovrebbe risultare decisivo per i suoi, più che per la fase difensiva – sempre di livello – per quella offensiva. Infatti con lui a sviluppare un gioco più eclettico in avanti coi classici movimenti cadenzati ma immarcabili, si libererano spazi perimetrali per i tiratori invece in difficoltà se pressati (Lowry, Green, VanVleet, Lin e Siakam) coinvolgendo inoltre pure in post il gruppo di lunghi probabilmente dalla mano più calda da fuori di tutta la lega (lo stesso Siakam, Ibaka, Gasol).
Saranno importanti e cruciali però le sue percentuali dal campo e quale stratagemma Clifford (tre apparizioni ai playoff su sei da head coach) studierà per limitarlo. E’ proprio la sua esperienza e abitudine al palcoscenico da playoff il motivo della mossa a sorpresa di Masai Ujiri nella offseason 2018.
Ci sentiamo di nominare ancora DG#14 come altra chiave della sfida per i suoi, vuoi per il feeling col vecchio compagno sperone, per l’indottrinamento da Pop e l’affidabilità a marcare i veloci top scorer avversari, ma anche perché, come accennato, è proprio contro i Magic che riesce ad esprimersi al meglio (14 pts, 50% da tre, 4.5 reb e 2 assist per game).
Ribadiamo per Orlando Vucevic e Ross come pedine per scardinare la difesa avversaria. Il primo ha disputato la stagione della vita da tutti i punti di vista, fino a divenire il primo All-Star del club dai tempi di Dwight Howard (2012) ed è oggi un “7-footer” versatile in ogni zona del campo e quindi difficilmente contrastabile sia sotto al ferro che da fuori. Vuc è migliorato anche come uomo squadra e regista, aiutando il coach a limitare proprio quella che è una delle lacune principali da anni qui in Florida. Proprio in uno degli head to head stagionali con i prossimi avversari ha sfiorato la tripla doppia.
Il secondo è l’unico giocatore che da profondità al roster e potrebbe risultare una variabile impazzita.
Negli sport americani fare previsioni è sempre sconsigliato. Certo è che la profondità di un team voglioso di arrivare in fondo e arricchito di due grandi profili da win or go home ad inizio anno, da un esperto e forte top center come Marc Gasol ed un velocista al nono anno NBA come Lin fa pendere i favori dei pronostici tutti per i canadesi.
Raddoppiare Vucevic e Ross lasciando liberi Augustin, Fournier e Gordon è una cosa, farlo con Leonard e Siakam lasciando però spazio a Gasol, Green, Ibaka o Lowry è un’altra.
Orlando farà affidamento sulla fiducia acquisita nella rimonta di fine stagione, sul fatto che non ha nulla da perdere e sull’aggressività difensiva con la quale spesso ha limitato le percentuali altrui; è però anche vero che pure le partite a basso tenore realizzativo sono nelle corde dei Raptors che possono infatti contare su un gioco in marcatura e una panchina secondi a pochi altri.
Inoltre mentre per Toronto è la sesta apparizione consecutiva in postseason, Orlando ritorna dopo sei anni e potrebbe risentirne a livello emotivo e di esperienza.