Con l’eliminazione della Juventus in Champions League si chiude il capitolo primo delle appena iniziate e si presume ultime avventure di due grandi campioni, Cristiano Ronaldo in bianconero e LeBron James in gialloviola, già di suo in vacanza.
La Juve ha preso Ronaldo per vincere la Champions. Missione fallita.
I Lakers hanno preso LeBron per tornare al vertice, magari gradualmente, iniziando da playoff competitivi. Missione fallita.
Come è stato possibile ? Per diversi fattori. Le due storie in parallelo sono talmente simili che meritano una riflessione.
L’estate scorsa, al termine delle rispettive stagioni, non era scontato che entrambi rimanessero nella stessa squadra come del resto che andassero via. Qualcosa in ogni caso si era deteriorato e per tutti e due è nato l’impulso forte di iniziare un nuovo ciclo. L’ultimo.
Hanno 34 anni, altro elemento in comune, essendo nati (LeBron il 30 dicembre 1984, CR7 il 5 febbraio 1985) a poco più di un mese di distanza. Per forza di cose dunque questo iniziato quest’anno potrebbe e dovrebbe essere l’ultimo grande show di due carriere eccezionali.
Hanno fatto la stessa scelta nello stesso momento, verso due squadre con una grande storia ma desiderose di qualcosa in più, la Champions per la Juve nello specifico, tornare alla gloria più in generale per i Lakers.
Oggi c’è un Messi di mezzo per dire che entrambi rappresentano il miglior giocatore della propria generazione, nella storia c’è un Michael Jordan o Pelè/Maradona di troppo per dire che siano i migliori di sempre nei rispettivi sport.
In ogni caso sono tra i migliori all time, su questo non c’è dubbio. È stato un rischio per le nuove squadre mettere sul piatto dei mega contratti per i loro anni finali ma finora hanno entrambi dimostrato di valere ogni singolo centesimo.
Nessuno dei due ha ancora ceduto il passo e allora si ricomincia a vivere dai 33 anni, oggi 34, con un carico enorme di responsabilità.
La Juve vuole tornare a vincere la Champions quindi. Sfugge dal 1996 (finale con l’Ajax a Roma), la seconda in bacheca, la prima la vinsero quando CR7 era ancora nella culla, in quel lontano ormai anno del signore 1985. Di mezzo però c’è il dramma di due Finali perse negli ultimissimi anni (2015 e 2017), da qui la necessità di una mossa eclatante, improbabile fino a pochissimo tempo prima dall’annuncio, per esempio nel momento in cui CR7 segnava in splendida rovesciata a Torino con la maglia del Real.
Hanno vinto lo scudetto 7 volte consecutive senza di lui e vinceranno l’ottavo quest’anno, quello non è il problema, Ronaldo non è arrivato in Piemonte per questo. Quindi, senza giri di parole, missione fallita.
E la colpa non è certo la sua. I suoi gol ci sono, in campionato come in Europa, c’è la sua classe, c’è la sua energia. Ma l’obiettivo non è stato raggiunto.
Rimandati a settembre, il primo anno è sfumato, il progetto continua perchè tranne questo leggerissimo e insignificante dettaglio, ironia cinica, l’investimento per ora è stato fruttuoso, da tutti i punti di vista, in primis quello del ricavo economico. Gli Agnelli non avranno, per lo meno ancora, la Coppa in bacheca, ma hanno tutto il resto, si vendono le maglie e i diritti tv, lo stadio è pieno e i biglietti cari, i soldi girano e il mercato ne gode appieno.
Stesso discorso ma solo un po’ più complicato per LeBron. I Lakers non sono una corazzata come la Juve e vanno ricostruiti. Magic Johnson se ne era fatto carico e se ne è già tirato fuori, alzando bandiera bianca.
Io voglio bene a Magic come a tutte le vecchie glorie ma il punto qui è molto semplice. Se sei stato Magic in campo non è detto che per forza di cose tu lo debba essere anche dietro ad una scrivania. Ogni contesto è diverso ed esige professionisti specializzati, Magic non è adatto ad essere il ricostruttore di una franchigia solo per il suo nome che evoca vittorie ormai lontane.
LeBron come Ronaldo non ha fallito sul piano individuale. La squadra ha avuto parecchi problemi, tanti infortuni tra i quali il suo, ma insomma sono molto più scettico rispetto al progetto della Juve della possibilità di una buona riuscita di questa operazione “ultimo capitolo glorioso diamo una mano a team storici in cerca dell’acuto”.
Non doveva impelagarsi in un ambiente malsano, dove Lonzo Ball si crede troppo più di quello che è in realtà pompato dal padre, dove tutto viene amplificato a dismisura e dove onestamente non c’è nulla intorno a lui.
Non mi è piaciuta l’idea che sia andato ai Lakers. Perchè? In pensione dorata proprio in una franchigia con questa storia, al posto di Kobe per dire, come fece Wilt a fine carriera, perchè?
E perchè aver sprecato un anno con compagni di squadra inadeguati, con un coach giovane e impreparato? Poteva benissimo restare a Cleveland, ovvero a casa sua, finire in Ohio la propria carriera con un altro e rinvigorito cast di supporto per andare sempre e comunque alle Finals, tanto l’Est è abbordabile.
Vederlo con la maglia dei Lakers mi fa ancora troppo strano, è abbastanza un pugno nell’occhio, per me non c’entra niente. Detto questo, anche per lui il primo anno è stato fallimentare, ma qui è necessario che arrivi gente degna.
Anthony Davis, tentativo a vuoto e onestamente comico di metà stagione, andrebbe alla grande, Dame Lillard anche meglio, in ogni caso qualcuno deve aiutarlo, non si vince da soli in una lega dove giocano insieme Kevin Durant e Steph Curry, ovvero due dei primi tre in attività, il greco e quel ragazzo con la barba lunga permettendo.
Non ho dubbi che l’anno prossimo sia Ronaldo che LeBron torneranno sui loro numeri, non sarà l’anno in cui diremo che sono finiti come giocatori. Le scommesse però di due società dal grande passato di puntare su questi splendidi più che trentenni non possono essere proiettate nel lungo periodo.Il primo anno è andato. It’s over.
Ricominciare daccapo. Se entrambi da qui ad un anno dovessero centrare entrambi i propri obiettivi ne riparleremo e sarebbe onestamente divertente. Per ora la colpa non è proprio per nulla imputabile a loro, il proprio dovere è stato fatto e nello sport si vince di squadra, quella che a LeBron è del tutto mancata, quella che per Ronaldo non è stata pienamente sufficiente.
Per il bene del calcio e del basket mi auguro di non dover assistere a finali di carriera tristi ma sono sicuro che conoscendo il carattere di questi fenomeni non lasceranno che ciò accada. Per gli obiettivi c’è ancora un po’ di tempo, non molto però, per l’onore e per la legacy non c’è opposizione che tenga.
LeBron James e Cristiano Ronaldo sono due splendidi trentaquattrenni più giovani di tanti acerbi ragazzini e sono ancora al vertice assoluto dei loro rispettivi sport. La vita ricomincia ora.
3 replies on “LeBron James e Cristiano Ronaldo: un bilancio della loro stagione”
Il più grande errore di lebron è stato scegliere la sponda sbagliata di Los Angeles. Ha detto più volte che voleva LA x la sua famiglia, se avesse scelto i Clippers ora lo vedremo ai playoffs e l’anno prossimo.forse ancora più.competitivo.
Doveva pensare che ai Clippers c’è un certo Jerry West
Il parallelismo fra le due stagioni ci sta e molto: fallimentari per entrambi, il percorso per giungervi però è stato diverso. LbJ ha sbattuto il muso nella competitiva Ovest dove se non hai una buona squadra i p.o. non li vedi. Tuttavia il Re sapeva della situazione e, sono convinto, fosse certo che altri giocatori di qualità lo avrebbero raggiunto anche in corsa(come ha fatto Tyson Chendler e che fosse il Monociglio il vero target lo sapevano tutti), ma nella NBA le cose non sono facili per nessuno: un altro All Star non è arrivato e i Lakers green si sono dimostrati dal talento modesto. Ronaldo è stato preso per vincere la Champions stop e anche quest’anno la Juve è stata sbattuta fuori. Penso però che l’attuale campionato italiano di calcio sia per paradosso un problema per la Juve: vince troppo facilmente, non ha mai problemi con gli arbitri(ve la metto così, ci siamo capiti benissimo…)e non trova squadre che si impegnano al 200% per batterli, come accade in Europa, dove, senza paracaduti arbitrali e con squadre che ci credono e lottano fino in fondo, può capitare che una squadra pur molto inferiore per esperienza, campiono e monte ingaggi come l’Ajax faccia due partite buone e sbatta fuori quella più accreditata.