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Gli Yankees sopravvivono agli infortuni

Il vertice della AL East nei paraggi, un record abbondantemente sopra il 50%, le solite spaziali statistiche offensive e una più che dignitosa difesa sul monte di lancio: questo finora il bilancio degli Yankees. Una squadra di bomber che come da tradizione primeggia in potenza, dietro solo alla sensazione stagionale Seattle, a Milwaukee e Dodgers […]

Il vertice della AL East nei paraggi, un record abbondantemente sopra il 50%, le solite spaziali statistiche offensive e una più che dignitosa difesa sul monte di lancio: questo finora il bilancio degli Yankees.

Una squadra di bomber che come da tradizione primeggia in potenza, dietro solo alla sensazione stagionale Seattle, a Milwaukee e Dodgers per fuori campo e tra le prime sette per run segnate, ma che difetta ancora in precisione e nel raggiungimento delle basi (a metà classifica per valide, Obp e media in battuta, 26° per doppi e 28° per tripli). Aggiungiamo un ampio piazzamento tra le migliori dieci al lancio per Era, punti subiti, vittorie conseguite e opponents batting average!

Nulla di nuovo in queste peculiarità dalle parti del Bronx e non ci sarebbe niente di strano e sorprendente nel nostro preambolo visto che parliamo di una franchigia che ha fatto la storia dello sport mondiale e che, nonostante manchi il trionfo più bello da un po’ di anni, partiva anche in questa stagione con i favori dei pronostici per primeggiare insieme alle solite Boston (loro si in difficoltà) e Houston.

Invece possiamo definirla un’impresa vera e propria questa presenza nelle alte vette della classifica dato che una sfortuna senza precedenti la sta privando di un inimmaginabile numero di giocatori importanti e decisivi in ogni settore del field.

La lista infortunati, da aggiornare quotidianamente, somiglia infatti ad un pronto soccorso ospedaliero sportivo! L’ultimo grande nome a finire in questo elenco è niente meno che Aaron Judge, ovvero sia il numero uno a roster. Un pericoloso stiramento al muscolo obliquo dell’addome lo ha di recente messo KO e soprattutto lo ha lasciato senza diagnosi e tempi di recupero vista la pericolosità della zona interessata che nel maggiore dei casi porta a rientri piuttosto brevi (tre settimane) ma lascia però ampie possibilità di ricadute!

Il fenomenale hitter nonché guanto prelibato dell’outfield dal lancio potente – 72-36 il bilancio con lui, 28-26 senza nel 2018 – va ad aggiungersi a più di dieci elementi già stabili in injured list.

Tra questi ci sono altri titolari inamovibili all’Opening Day: Stanton (bicipite), Bird (piede), Andujar (spalla), Troy Tulowitzki (polpaccio) e fino a poco tempo fa Gary Sanchez, dignitosamente sostituito da Austin Romine. Tutti loro al momento hanno uno status di convocazione di 10 giorni ma ciò non è assolutamente scontato.

Lo stesso Clint Frazier, uno degli eroi grazie al quale si è superata l’emergenza, è out per problemi alla caviglia. Rimarchiamo questa assenza proprio perché in un team abituato ad esplodere colpi più che a piazzarli il “Red Thunder”, quinta overall draft pick ed ex top prospect, è finora l’unico in grado di battere sopra il .300 e ai vertici di squadra per valide e Rbi.

Tra i lanciatori si sapeva già dalla offseason dei cronici problemi alla cuffia rotatori per Luis Severino ma che fosse ancora oggi in 60-day IL non se lo aspettava nessuno; idem Ben Heller reduce dalla Tommy John e Jordan Montgomery che potrebbe ripresentarsi nel 2020! Più vicino a tornare sul monte sembra Dellin Betances, uno dei rilievi più affidabili per Aaron Boone, sperando che la cura al cortisone faccia il suo effetto.

E’ un reparto nel quale ha perso il suo posto Chad Green, retrocesso in minor dopo lo shockante inizio che lo ha visto arrivare ad Era e Whip vicini a 16.50 e 2.50!

Anche Didi Gregorius, in rehab pure lui dalla TJS, ne avrà ancora per un paio di mesi, così come Jacoby Ellsbury. Buone notizie invece pare arrivino dalla schiena di Aaron Hicks, fondamentale per il reparto esterni, il cui programma volto a verificare tiro dall’outfield e corsa sembra procedere senza intoppi e potrebbe restituirlo allo skipper per la seconda settimana di Maggio.

Oltre alla vecchia guardia e giocatori d’esperienza come Brett Gardner, sempre affidabile a sinistra e in battuta (5 hr) e DJ LeMahieu (poco sotto al .300 e leader per hit) con purtroppo recenti problemi al ginocchio destro, hanno portato avanti la baracca Gleyber Torres, dal quale si attende il campionato della consacrazione, Mike Tauchman dai Rockies, Gio Urshela da Toronto, ottimo nelle ultime uscite e miracoloso in difesa nella serie contro i Giants dove però è stato colpito alla mano sinistra da un lancio, Mike Ford (un debuttante) e Tyler Wade.

Se vogliamo però restringere a due nomi il miracolo che sta facendo sopravvivere New York alla sfortuna citiamo Luke Voit e Domingo German.

Il prima base continua nella sua stratosferica progressione che già nel finale del campionato passato lo aveva posto come ennesimo slugger di livello della “bomber’s era”, raggiungendo inoltre i primati storici di Ruth e Maris sul numero di valide e home run nelle prime 30 partite disputate.

Questo è servito a dimostrare ancora una volta l’abilità di Cashman negli scambi a credito e di come per stare di continuo al vertice non bastino solo investimenti improbi ma furbizia nelle stanze di comando. Conduce le statistiche di squadra per fuori campo e Rbi nonché a ridosso di Jeter e Texeira per la più lunga on-base streak dal 2009 in casa Yankees. Possiede pure una striscia aperta per hit e negli ultimi 13 match batte 18 su 49: pazzesco!

Il partente, dopo due anni a studiare i titolari, non solo non fa rimpiangere l’asso Severino, ma è tra i top five opener dell’intera lega.

Un reparto dove l’unico in difficoltà sembra JA Happ rispetto a Tanaka e Sabathia all’ultimo anno (non prima di essere arrivato a 3.000K) mentre Paxton sta giustificando l’investimento della dirigenza nonostante gli small parks presenti nella East, così come Adam Ottavino tra i rilievi.

Un settore qui sempre d’elite e che a parte la debacle di Chad Green, si ritrova ancora con profili affidabili come Chapman, Holder, Cessa, Britton, Loaisiga e Tommy Kahnle.

Il calendario ha presentato quasi tutti scontri con squadre sotto al 50% di vittorie tranne gli Astros, dai quali si è subito uno sweep pure se combattuto. Per onor di cronaca dobbiamo far notare però che gli unici team come forza nettamente inferiore agli Yankees sono stati Baltimore, White Sox (4 sconfitte in 9 incontri comunque) e i Royals. Vincere contro Red Sox ed Angels cinque partite su sei in formazione nettamente rimaneggiata lo consideriamo un risultato di prestigio.

L’avvio di campionato può dunque ritenersi più che positivo in particolare perché i leader (Stanton in testa) sembrano vicini al ritorno in campo; si spera piuttosto che il problema di Judge sia meno grave del previsto: questo permetterebbe a New York di iniziare a volare facendo il vuoto dietro di sé.

 

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